PRIMA PARTE

Sono le 21.45 di un giorno “non qualunque” per il sottoscritto e chissà per quanti di voi.

Il mio giorno “non qualunque” è per questi due motivi che il caso vuole siano legati in modo indissolubile.

numero 1, prendete nota, oggi e ancora per poche ore è San Carlo;

numero 2, se non lo avete già fatto fatelo ora, prendete nota perché il 04 novembre è anche il giorno delle Forze Armate.

Chiariamo subito una questione. O anche due.

Il fatto che oggi sia San Carlo è senz’altro trascurabile per chi mi sta leggendo, ma per il sottoscritto non lo è. Perché Carlo era mio padre ed è stato tutta la vita nell’aeronautica. Con passione. Fedeltà. Rispetto. Professionalità.

Ma non è nemmeno di questo che vi voglio parlare, anche se quell’uomo ha rappresentato tutto per me.

Oggi, ma ancora per poche ore, è la festa delle Forze Armate. (L’ho per caso già detto?)

E di conseguenza vorrei dedicare un pensiero ad un altro Uomo di Stato che, come carabiniere, ha dato tanto per tutti quanti noi (in quanto Stato).

Vorrei parlarti di Ultimo. Te lo ricordi?

Chi? Ultimo? Ah, il pentito di mafia.. (silenzio)

Chi? Capitano Ultimo? Ah, il collaboratore di giustizia intendi..? (silenzio)

Chi? Sergio De Caprio? Quello che si faceva chiamare “Capitano Ultimo” e che fu rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra dopo l’arresto di Totò Riina?

Perdona la mia fine del silenzio.

Signori e Signore, forse è il caso che ripassiamo insieme un po’ di storia, rinfrescandoci un po’ le idee.. Vi va? Decido io per tutti democraticamente. Ci va!

Vi presento, per chi non lo conoscesse o per chi di “Capitano Ultimo” ricorda solo la serie tv, chi è Sergio De Caprio. Certamente impossibile farlo brevemente considerando il numero di attività ed operazioni di cui è stato artefice, guida, mente e braccio. Ma ci proverò grazie agli amici di Wikipedia.

L’inizio della sua “carriera” fu un po’ come quello che noi definiamo sul posto di lavoro.. l’apprendistato, suppergiù. Il suo inizio alla fine degli anni ’80 con le indagini nella cosiddetta inchiesta “Duomo connection” coordinata dal Pubblico ministero Ilda Boccassini sulla penetrazione mafiosa a Milano. Robetta da niente, quindi, tanto per imparare il mestiere.

PS: le indagini portarono all’arresto di un folto gruppo di pregiudicati siciliani.

Amen.

All’inizio degli anni ’90 è invece alla guida del nucleo dei Carabinieri di Milano.

PS: collabora in modo determinante a sgominare una raffineria di droga del clan Fidanzati in nord Italia.

Amen.

In quegli stessi anni crea una squadra, denominata CRIMOR – Unità Militare Combattente che dal settembre 1992 opera a Palermo.

PS: è stato l’ufficiale che, quando era a capo del CRIMOR, mise materialmente le manette il 15 gennaio 1993 a Salvatore Riina.

Amen. Amen. Amen.

Con lui c’erano Vichingo, Arciere, Pirata, Petalo, Androide, Alchimista, Omar e i suoi cento investigatori invisibili che hanno indagato su mafia, ‘ndrangheta, camorra, corruzione a Milano a Palermo.

Dopo la cattura di Riina, dal 1993 al 1997, De Caprio si è dedicato alla ricerca di altri pericolosi latitanti.

Negli anni a seguire venne assegnato al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE), poi CCTA (Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente), come vice comandante.

PS: a Roma in quegli anni apre una casa-famiglia per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine.  

Nel 2012, su ordine del procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, i Carabinieri del NOE coordinati da De Caprio perquisiscono l’abitazione di Massimo Ciancimino a Palermo alla ricerca di carte, file e documenti sulla Ecorec utili alle indagini avviate dai pm Delia Cardia e Antonietta Picardi in riguardo al riciclaggio di denaro nella più grande discarica di rifiuti in Europa a Glina (Romania) del valore di circa 115 milioni di euro.

Successivamente è stato a capo delle indagini che hanno portato all’arresto del presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, avvenuto il 12 febbraio 2013.

Su indagini relative alle discariche, a gennaio 2014, il suo reparto produce 7 arresti.

L’ultimo caso seguito è stato quello della Cpl-Concordia.

Nel 2016 passa all’Aise, il servizio segreto per l’estero, a dirigere l’ufficio affari interni.

Dal maggio 2018 gli viene affidato l’incarico di direttore attività convenzionali del Comando per la tutela della biodiversità e dei parchi dei Carabinieri Forestale (CUTFAA).

Dopo aver coordinato diverse attività, combattuto la mafia e le organizzazioni malavitose è minacciato di morte da circa 25 anni. Insomma, chi non lo è mai stato.

Chi non ha mai avuto una taglia da 1 mld decisa da Provenzano.

Oggi, ci ricordiamo di lui, perché è tornato alla cronaca in quanto senza scorta da mesi (in questi giorni sembra che il tar del Lazio abbia revocato quella decisione). Certo, era senza scorta in quanto il pericolo di minacce non sussisteva più, perché d’altronde la mafia è stata sconfitta e i suoi capi.. ma questa è un’altra storia.

Qualcuno sostiene (ma dai..?) che abbia dato fastidio ad alcuni poteri forti (no, non sto parlando della sola mafia) e di conseguenza sia stato messo in un angolo a scontare la pena. Per una grave colpa, sì:  quella di essere stato un combattente (per sua stessa ammissione).

Nonostante sia stato prosciolto dall’inchiesta di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, molti vedono in lui un bravo carabiniere che ha fatto però alcuni errori. Troppi errori.

Tipo quello di dare la vita per l’arma e per la patria, aggiungo io.

Nel giorno delle forze armate, questa è per te Sergio.

Perché hai un nome ed una storia.

Ed ogni tanto vale la pena raccontarla per non dimenticare.

PS Se volete informarvi vi invito a leggere il libro “Fermate il Capitano Ultimo” scritto dal giornalista Pino Corrias.

“La mafia non tratta o le ubbidisci o ti uccide. Per questo bisogna distruggerla e basta.” Ultimo.

Immagine presa dal web.