SARDINE

Buon giorno a tutti e ben trovati! Siamo pronti ad entrare nel magico mondo delle sardine?

Sì perché oggi sono risalite alla ribalta della cronaca.. ma hanno in realtà una storia millenaria che merita tutta la nostra attenzione e rispetto. E conoscenza.

La “Sardina pilchardus” (comunemente conosciuta come sardina) si rinviene soprattutto nell’Oceano Atlantico ma è molto comune anche nel Mar Mediterraneo, soprattutto in momenti in cui la penisola più famosa che se ne è il cuore pulsante vive momenti di grande difficoltà socio-politico-culturale, con tracce di razzismo ed esclusione, poca coerenza partitica ed anche una spruzzata di menefreghismo collettivo. Che non guasta mai.

Tende generalmente a vivere in acque aperte, senza alcun contatto col fondale, ma (e questo è un aspetto che si ripete periodicamente in Italia) durante la buona stagione la puoi trovare anche in acque basse e costiere. Una volta veniva riconosciuta e poi denominata come “girotondi”, poi nella moltiplicazione dei meetup, passando per il popolo viola e via discorrendo.

Alcune note di “colore”: è spesso associata (soprattutto da chi la denigra e la vuole appositamente sottovalutare) all’acciuga sia come stile di vita che come modalità di consumo e talvolta, addirittura, confusa con essa dal consumatore inesperto (spesso iscritto all’ordine dei giornalisti). Ma acciuga non lo è, con tutto il rispetto ovviamente per le acciughe. Ha una testa. Ha valori. Ha entusiasmo. Ha energia. E’ per l’integrazione. Contro ogni forma di razzismo.

La testa è appuntita, con occhio piuttosto grande ricoperto da una palpebra adiposa. I denti sono minuscoli. Questo però non significa che non sappia colpire nel momento opportuno. Ed anche se si dichiara “non violenta” non significa che sia scema. Al contrario.

Il colore dell’animale vivo è verdastro o azzurro iridescente sul dorso, argenteo sui fianchi e biancastro sul ventre. Anche se negli ultimi vent’anni l’abbiamo vista rossa, gialla, viola, arcobaleno. Questo “da viva”. Anche perché poi, in fondo, non muore mai. A volte va però in letargo, delusa da tutti ma anche un po’ da se stessa, per poi risvegliarsi al momento del bisogno.

Ah, un appunto importante: spesso invece la sardina sparisce dalla circolazione per un po’ di tempo perché si evolve in comitati e poi da comitati alla nascita di capetti, e poi da capetti a movimenti, e poi da movimenti a partiti, e poi da partiti a onorevoli. Che è poi una specie mai in via di estinzione. Ed il ciclo della vita della sardina ricomincia da capo.

È una specie gregaria in ogni stadio vitale che forma banchi molto fitti e disciplinati, composti da centinaia o migliaia di individui. Sta in gruppo senza farlo mai diventare branco. Ama le assemblee pubbliche e aperte a tutti ed ama anche riunirsi in banchi assieme ad individui di altre specie di taglia simile come le acciughe (rieccole) o ai movimenti civici.

Effettua migrazioni nictemerali (non chiedetemi però cosa significhi). L’unica certezza è che è sempre ed in continuo movimento.

La durata massima della vita della sardina nel mar Mediterraneo è di 5 anni e spesso, purtroppo, coincide con una legislatura.

La sardina si nutre esclusivamente di plancton e lo fa nelle ore diurne, soprattutto serali, ma non di notte. Comunica prevalentemente sul web. Si ritrova costantemente in sale pubbliche e contemporaneamente apre piattaforme in internet, gruppi chat, gruppi social per poi dopo alcuni periodi non trovarsi più fisicamente.

Si riproduce tutto l’anno con un massimo in inverno. Soprattutto se delusa da coloro a cui ha deciso di delegare il proprio futuro, dimenticandosi ogni volta che non deve delegarlo a nessuno ma deve continuare a partecipare attivamente. Invece ricasca sempre nel solito errore. Nasce, cresce, condivide, agisce.. e poi delega e torna in letargo. Ecco, insomma, in questo un po’ acciuga lo è.

Le carni delle sardine sono buone. Spesso carni giovani. Talmente buone da fare gola ai pesci più grossi e navigati che approfittando della loro bontà (chiamata anche ingenuità) prima le utilizzano per farle sentire importanti e poi le divorano.

La sardina è oggetto, soprattutto nel Mar Mediterraneo, di sovrapesca. Tutto d’un tratto si riproduce talmente tanto da doverne lasciare un gran quantitativo nel mare. Generalmente ciò avviene con strumenti chiamati “primarie” o “parlamentarie”.

In cucina si segnala la teglia di sarde ripiene impanate e fritte. Per le sue qualità viene consigliata dai nutrizionisti nella dieta mediterranea. “Non dovrebbe mai mancare una sardina sulla nostra tavola!” mi viene subito da dire.. Peccato che invece, troppo spesso, preferiamo abbuffarci di carne di maiale (ogni riferimento a persone esistenti è assolutamente reale).

In Sicilia viene utilizzata per preparare la famosa ricetta della pasta con le sarde alla palermitana. Ed è spesso in Sicilia che nascono nuove ricette che poi vengono prese e riprese in modo più o meno “genuino” nel resto dell’Italica nazione. Si segnalano tra l’altro ricette molto particolari in Emilia Romagna, vincenti ma molto polemiche a Roma, mentre in Veneto e Lombardia faticano a sopravvivere data la scarsa cultura del rispetto dei pesci diversi.  

Solo le sardine che sanno conservare la specie sopravvivono e contribuiscono a ripulire questo mare inquinato dall’odio. Ma.. ci vuole poco.. a tornare ad essere considerati acciughe.

Passateparola!