Forza entra, non temere.

Anzi sì, temimi pure perché ti dirò alcune cose ed alcune di esse non ti faranno piacere.

Mettiti pure a sedere non fare il timido. HO DETTO METTITI A SEDERE!

Come stai? 

Come perché? Non posso chiedertelo? Perché a guardarti bene non sembri messo bene. Oh.. forse è una semplice impressione.

Ok ok ok! Stai benone, però non fare così… La mia era una considerazione. Mamma mia come sei diventato permaloso ultimamente. Non ti si può dire più niente.

Di cosa vuoi parlare?

No, aspetta. Non abbiamo, in fondo, tutto questo tempo.

Facciamo che decido io. Tanto a te va bene tutto ultimamente, no?

Ah no? Dici che non sei uno di quelli che si fa andare tutto bene per forza? Ti credo, ti credo. Ma stai calmo. Stai calmo! Ma che hai oggi?

Parliamo di libero arbitrio, amico mio.

Libero e arbitrio.

No.. non sono due personaggi di una barzelletta.. anche se questa volta mi hai fatto sorridere. Libero e arbitrio. Ahahahah. Che faccia da culo che hai quando ne hai voglia.

Oggi però non si scherza! Oggi andiamo a lezione di filosofia! Sai cos’è, amico mio, il libero arbitrio? Eh no che non lo sai altrimenti saresti da questa parte a fare le domande o a dare le risposte.

E’ la Scelta. La possibilità di scegliere. Senza sottostare a forze esterne.

Studia, asino!

Devo ripetertelo? Perché mi guardi come un marziano che è appena sbarcato sulla luna.

Non hai capito nemmeno questa, vero?

Quand’è stata l’ultima volta che hai compiuto una scelta da solo senza farti influenzare o condizionare da qualcun altro? Te lo dico io, mai!

No, hai ragione, forse ti è capitato di farlo. Una o due volte, non di più, ma non te ne sei nemmeno accorto. Perché se te ne fossi accorto avresti goduto come un maiale e lo avresti fatto e rifatto tante di quelle volte che ora non riusciresti nemmeno ad elencarle ne a contarle.

E non ti mettere a balbettare.. e a tirare in ballo il destino.. o la volontà divina.. Diamo sempre colpa o merito al destino, forza!

E la tua di volontà dove l’hai lasciata?

Te lo dico io: da tua madre assieme alle camicie che le hai lasciato da stirare.

Libero. Arbitrio.

Lasciamo pure perdere, se preferisci, la filosofia, la religione, la scienza, l’etica e le dottrine! Tanto non ti vedo forte su nessuna di queste materie. Sii pratico per una volta. Ti prego!

Perché non hai cambiato lavoro? Perché non hai venduto casa? Perché non hai lasciato tua moglie? Perché hai aperto quel mutuo? Perché? Perché? Perché? Potrei andare avanti fino al primo caffè di domani mattina!

Sì è un interrogatorio, cazzo!

E piantala di guardarmi con quella faccia rassegnata. Reagisci! Reagisci!

No, non ti sto chiedendo di alzare il telefono e lasciare tua moglie ora e di fronte a me.

Vedi che non hai capito un cazzo? Vai oltre! Oltre! Io ti provoco e tu fai il ribelle con la mia faccia? Non vale amico mio.

Decidi da solo e impara un po’ anche a mandarmi a fare in culo ogni tanto! Sì. A-f-a-r-e-i-n-c-u-l-o.

Andiamo avanti: libero e arbitrio.

Aspetta aspetta o vai sulla cattiva strada. Ti anticipo e ti dico subito che ti sbagli se pensi che a me piacciono i vincenti.

Non voglio essere un vincente! Mi hanno sempre fatto molta più paura dei cosiddetti perdenti. Che poi chi può dire chi lo è o meno? Abbiamo forse certificati internazionali che lo sanciscono?

A me sai chi piace? Mi piacciono quelli a cui ribolle ancora il sangue. Chi si mette in gioco ma non per il successo personale fine a se stesso, per i soldi o per il potere.

A me affascina da morire chi si sacrifica, chi suda, chi mette passione in quello che fa. Perché quando vince, quando raggiunge un risultato, quando aiuta se stesso o gli altri nella crescita, quando fa esperienza, poi gode come un matto.

E quando non ce la fa? Beh, quando qualcosa non gli riesce (capita, amico mio): piange. Soffre. Si agita. Ma piange di passione. Non si da pace. E poi ricomincia.

Perché è portatore sano di vita.

Perché ha dentro di sé il libero arbitrio. Libero e arbitrio. Sì, quei due della barzelletta!

Oscilla. Sale. Scende. Perde. Vince. Cercando nel frattempo di stare in equilibrio.

Ma soprattutto: sceglie.

Che bel verbo: scegliere.

Io, amico mio, non ti voglio vedere sorridente e smagliante, ti è chiaro?

Io ti voglio sentire felice. E’ differente. E la differenza sai qual è? Sta nel fatto che si può essere felici pur piangendo e soffrendo. Mentre chi sorride e basta magari si è solo bevuto l’ennesimo aperitivo per smaltire una giornata da mediocre.

Con il dubbio amletico: non farcela ma provarci è meglio che non provarci neanche? Sì. Sì. Sì!

Devi passare dall’altra parte per capire. Devi arrivare al punto anche di stare male. Perché è solo se stai male che ti godi lo stare bene. Se sei nel mezzo non sai di niente.

E tu, quindi, cosa fai dalla mattina alla sera se non stare in quella terra di mezzo? Quelli che non scelgono. Quelli che sono la mediocrità che ci farà estinguere!

Sono arrabbiato. Sì, hai ragione. E lo sono con me stesso. Perché non riesco a farti incazzare. E forse sono io che non sono più capace di provocare. Di provocarti.

Io amico mio penso spesso sai a che cosa?

Di arrivare al fatidico momento in cui schiacceranno il mio tasto OFF potendo dire: finalmente.. ora riposerò un po’. 

Amico mio, ti abbraccio. E tu fai lo stesso, ricambiamelo. Perché sto messo peggio di te!